L’inclusione finanziaria ha un’importante impatto nel processo di integrazione sociale ed economica dei migranti . Oltre 2,5milioni i conti correnti intestati a cittadini di 22 nazionalità, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente (dati 2015). In pratica 3 migranti su 4 dispongono di un conto con cui accedere ai principali servizi finanziari. Di pari passo, cresce la capacità da parte dei migranti di cogliere le potenzialità offerte dai prodotti finanziari che consentono un’operatività ampia in temi di servizi di pagamento: 745mila le carte con IBAN a cui non corrisponde un conto corrente presso la stessa banca (in crescita del 43% rispetto al 2014).
Sono questi i principali dati che emergono dall’ultima indagine dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Economica e Finanziaria dei migranti, condotta su un campione rappresentativo dell’80% del settore bancario in termini di totale attivo, e presentata dal Direttore del CeSPI Daniele Frigeri, nel corso del Forum Csr 2016, l’1 dicembre scorso, l’appuntamento annuale che l’Abi dedica alla responsabilità sociale d’impresa (Corporate social responsibility).
Secondo l’Osservatorio, nato dalla collaborazione fra l’Abi e il Ministero dell’Interno e gestito dal Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI), la metà dei conti correnti intestati a cittadini migranti include l’internet banking, il 41% dispone di servizi di finanziamento, il 40% di servizi assicurativi e il 15% di servizi di investimento. Per ogni conto corrente sono previsti in media 1,5 strumenti di pagamento e due servizi di gestione della liquidità.
Sempre secondo l’Osservatorio i cittadini immigrati continuano ad investire sul “mattone”: i finanziamenti per acquisto della casa rappresentano il 33% del totale dei crediti concessi dalle banche, in crescita del 2,7% rispetto al 2014. Aumentano del 4,1% i flussi complessivi delle rimesse dall’Italia (senza considerare la Cina). Crescono del 10,5% anche le micro imprese a titolarità straniera appartenenti al comparto small business delle banche. Nel 2015, infatti sono state oltre 122mila le aziende gestite imprenditori immigrati contro le 110mila del 2014. Le imprese femminili rappresentano il 31,7% del portafoglio small business con titolare straniero e fanno registrare tassi di crescita superiori alla media negli ultimi 4 anni.