Oltre 477.000 imprese italiane sono condotte da un cittadino immigrato, l’8% delle imprese italiane.
Un fenomeno in costante crescita: il saldo complessivo fra imprese create e imprese chiuse tra il 2011 e il 2012, registra un valore positivo di 24.000 unità, contro un dato nazionale complessivo di poco meno di 19.000 aziende.
Aprire una piccola attività imprenditoriale diviene spesso una necessità, unico strumento di mobilità sociale e di valorizzazione di competenze che difficilmente trovano nel nostro paese modalità di realizzazione. L’imprenditoria immigrata costituisce un universo molto variegato e comprende realtà diverse e eterogenee, dal piccolo commerciante, all’artigiano, alla partita IVA legata quasi esclusivamente ad un unico committente.
Ma ci sono anche aziende ormai consolidate e evolute, che fanno innovazione e esportano prodotti di eccellenza. Non si può non citare il piccolo calzolaio peruviano che disegna e produce scarpe di alta qualità per clienti speciali, come Benedetto XVI. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti, nelle sole province di Bergamo, Brescia e Milano operano 482 imprese a titolarità immigrata con più di 15 dipendenti (fra cui anche molti italiani).
Daniele Frigeri è direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti.