Il costo di un conto corrente è di solito composto da due componenti:
- I costi fissi. Sono costi che si pagano di solito annualmente e non dipendono dall’uso che facciamo del conto. Comprendono un canone annuo (o mensile), l’imposta di bollo e eventuali costi annuali per le carte di pagamento o di credito. È importante leggere con attenzione i servizi e il numero di operazioni annuali che sono comprese nel canone (es. numero di bonifici o di RID ecc..)
- I costi variabili. Questi costi dipendono dal tipo e dal numero di operazioni che si fanno. Ad ogni operazione non ricompresa nel canone annuo la banca infatti applica una commissione diversa che è specificata nel prospetto informativo (ad esempio prelievi allo sportello, bonifici, bonifici internazionali, ecc…
Uno strumento per avere un’idea del costo complessivo di un conto (anche per paragonarlo con altre offerte) è l’Indicatore Sintetico di Costo (ISC) che la banca è tenuta a fornire e che calcola il costo complessivo del conto per diversi profili “tipici” es. una famiglia o un pensionato. L’ISC non tiene conto dell’imposta di bollo e degli interessi). È una simulazione che deve essere considerata rispetto alle proprie necessità, ma è un utile strumento
Naturalmente il conto può offrire un tasso di interesse sui risparmi accumulati che rappresenta un ricavo. Il tasso indicato è lordo, quindi è necessario sottrarre la ritenuta fiscale del 26%. Comunque un elemento da tenere in considerazione
Attenzione! Se si va in rosso, se cioè anche solo per un giorno il saldo del conto diventa negativo, la banca applica un tasso di interesse che costituisce un costo (proporzionale all’importo e alla durata dello scoperto).
La chiusura del conto è senza spese e senza penali, con delle eccezioni che la banca deve dichiarare espressamente